giovedì 19 marzo 2009

Fusilli al pesto di broccolo, mandorle & provolone

Chiudo per qualche giorno la cucina di casa. Ce ne andiamo a Venezia. E' la città di mia nonna. E' la città del nonno di Roberto. E' buffo pensare come le scelte e gli spostamenti di due persone, tanti anni fa, abbiano creato tutta una serie di conseguenze tra le quali il fatto che Roberto e io domani prenderemo il treno e torneremo nella città dei nostri nonni. E' buffo ed emozionante. Stasera non vedo l'ora che sia domani... 


La ricetta di oggi nasce da un accomodamento. Inizialmente volevo preparare una pasta al forno con il broccolo, ma poi sono arrivata tardi, affannata e affamata e così ho deviato per una strada diversa, più semplice, più breve. Improvvisare mi dà sempre una grande soddisfazione :-))) 

Ricetta (per 4 persone)

400 g di fusilli
100 g di broccolo romanesco
50 g di mandorle pelate
25 g di provolone piccante
olio evo & sale

Mettere l'acqua per la pasta sul fuoco e quando bolle buttar giù il broccolo lavato. Quando è cotto al dente scolarlo e lasciarlo intiepidire per qualche minuto. Nella stessa acqua in cui si è bollita la verdura versare la pasta e salare. Nel frattempo frullare il broccolo assieme alle mandorle, un pizzico di sale, 2 cucchiai di olio e un mestolino scarso di acqua di cottura. Aggiungere il provolone e frullare brevemente. Eventualmente, se il pesto fosse troppo denso, aggiungere ancora un goccio dell'acqua di cottura della pasta: deve risultare una crema morbida. Scolare la pasta, versarla in una zuppiera e condirla con il pesto di broccolo.

domenica 15 marzo 2009

Il fascino lusitano e la chanfana


Il viaggio in Portogallo ha avuto ripercussioni inaspettate. L'ho fatto assieme a Roberto subito dopo la mia laurea, quasi dieci anni fa. Una spensierata felicità ci ha accompagnato per tutto il tempo trascorso in terra portoghese. Partiti da Lisbona ci siamo spinti verso nord passando per l'entroterra e arrivati a Oporto siamo ridiscesi verso sud, di nuovo alla volta di Lisbona. Abbiamo girato per paesini costruiti di pietre e memoria, per antiche città universitarie che la notte, per strada, risuonavano delle melodie del fado più tradizionale incantandoci di piacere. Abbiamo respirato l'Oceano ventoso, allungando lo sguardo oltre il visibile. La gente aveva i modi bruschi, e all'inizio ci è sembrata antipatica. Poi abbiamo guardato meglio e abbiamo trovato persone schiette, orgogliose, senza formalismi. 
Con il passare degli anni ho scoperto che quelle settimane passate in Lusitania sono state speciali. Speciali per l'intensità, la ricchezza, la bellezza dei ricordi che mi hanno lasciato. Ci sono voluti anni perché quel nostro girovagare appassionato tornasse a galla regalandomi un senso del viaggiare e del vivere libero e ispirato.

La chanfana (si pronuncia scianfàn) è il nome popolare di una ricetta portoghese di carne di capra e cipolla cotte al forno in una pentola di terracotta. E' un piatto che tradizionalmente viene servito in occasioni importanti, matrimoni e cerimonie. Quella che ho preparato è una versione adattata. Ho sostituito la carne di capra con quella di abbacchio e la cottura l'ho fatta sul fuoco e non in forno. E' una ricetta che vuole tempo, ma i risultati sono davvero strepitosi: la carne diventa tenerissima, profumata, succulenta.


La ricetta (1 Kg di carne è per 3-4 persone, dipende dall'appettito ;-)
 
La mattina, verso le 10 si pulisce e si lava la carne fatta tagliare dal macellaio a pezzettoni di 10 cm circa. Si mette in una pentola dal fondo pesante (o in una di terracotta) fino a riempirla per 2/3. Si copre la carne con fettine di cipolla bianca (2 cipolle per ogni Kg di carne), 1 fettina alta 1/2 cm di lardo (oppure solo la parte di grasso della pancetta) tagliata in 5-6 striscioline, 1 spicchio d'aglio, 1 foglia d'alloro, 1 cucchiaiata di pepe tritato, qualche bacca rosa, 1 chiodo di garofano, sale abbondante e olio d'oliva evo. Si versa nella pentola del buon vino rosso (portoghese, spagnolo o siciliano) fino a coprire quasi la carne. Si copre e si lascia marinare per alcune ore.

Alle ore 16, senza mescolare, si mette la pentola coperta sul fuoco a fiamma media. Quando si alza il bollore, si abbassa la fiamma in modo che la cottura prosegua dolcemente sempre con il coperchio ben chiuso. Dopo 1 ora e 1/2 si aggiusta di sale e si mescolano i pezzi di carne. Eventualmente, se il vino si fosse asciugato troppo, se ne aggiunge dell'altro.
Proseguire la cottura per altre 3 ore (se dopo 2 ore fosse ancora troppo brodoso, lasciar cuocere l'ultima ora con il coperchio in appoggio). Alla fine non si sentirà più il sapore e l'odore del vino. A quel punto la carne sarà pronta per essere portata in tavola.   

La tradizione vuole che la carne venga servita in piatti eleganti, con un po' del suo sughetto e senza contorno. Io ha trasgredito la tradizione e ho accompagnato questo piatto che è tanto buono da farti cantare con delle patate lessate, schiacciate e condite con un cincinnino di sale e olio. 

Ringrazio Leòn che mi ha insegnato questa ricetta che non si dimentica.




domenica 8 marzo 2009

Complicare è facile, semplificare è difficile


Complicare è facile, semplificare è difficile. Inizia così un breve testo di Bruno Munari, straordinario artista-designer italiano. Ha percorso il secolo scorso segnandolo con le sue illuminanti, originalissime creazioni. Guarda la realtà e la interpreta con intelligenza, ironica leggerezza, poesia. Destabilizza equilibri consolidati offrendo soluzioni inaspettate e sorridenti. Si è dedicato al mondo dei bambini: ha inventato giochi e scritto libri per loro. Ha proposto un progetto educativo ispirato alla creatività e alla felicità, alla "curiosità di conoscere, al piacere di capire, alla voglia di comunicare". "Non si devono dare ai bambini soluzioni già fatte, ma insegnare a risolvere i problemi", scrive in un testo del 1972. 
Sono uscita dalla mostra più felice di quando sono entrata. Con un bel bottino di libri:

1- Rose nell'insalata (Edizioni Corraini, 1974): un fantastico libricino che insegna a usare le verdure per realizzare sorprendenti timbri. Da mettere in pratica al più presto con mio nipote :-)

2- Good design (Edizioni Corraini, 1963): libretto di poche pagine, scanzonato e dotto, che descrive arance e piselli come se fossero prodotti di design. A proposito dell'arancia scrive "L'arancia quindi è un oggetto quasi perfetto dove si riscontra l'assoluta coerenza tra forma, funzione, consumo. Persino il colore è esatto, in blu sarebbe sbagliato" :-))

3- Verbale scritto (Edizioni Corraini, 2008): una raccolta di alcuni testi brevi di Munari. Una folgorazione!

"Albero
l'esplosione lentissima di un seme"

"Quando il progettista è povero di idee spesso utilizza materiali molto preziosi"

"Niente passa tanto di moda come la moda"

"Il piccolo anarchico inglese uscì a mezzanotte con la bombetta"

"La rivoluzione va fatta senza che nessuno se ne accorga"

"Quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte"

"Il problema non è quello di ringiovanire ma di restare vivi sempre"

"L'artista o l'operatore culturale di oggi, può aiutare la crescita culturale della collettività. Può preparare gli individui (a cominciare dai bambini) a difendersi dallo sfruttamento, a smascherare i furbi (invece di ammirarli o invidiarli), ad esprimersi con la massima libertà e creatività. Può continuare la tradizione invece che ripeterla stancamente"

Infine, ultimo acquisto Da cosa nasce cosa (Laterza, 2008) uno dei libri importanti di Munari... dovrebbe parlare di progettazione e creatività, ma ancora non l'ho letto e quindi taccio ;-)))

Bruno Munari, Museo dell'Ara Pacis, Roma, prorogata fino al 22 marzo.



Le piante
sono i veri abitanti del pianeta
più numerosi
più semplici
più adattabili all'ambiente
noi non potremo
vivere senza le piante
Loro senza di noi
sì.  

mercoledì 4 marzo 2009

Scandinavian Rootfruit

Le ho assaggiate a Copenaghen. Me le ha fatte scoprire mia sorella. Vendute in piccoli sacchettini: patate, rape rosse e pastinache, fritte. Da sgranocchiare senza tregua. Irresistibili, buonissime.
Oggi ho replicato, in parte. La pastinaca non l'ho trovata. E il fritto ha ceduto il passo al forno. Le fettine sottili (ma potevano essere ancora più sottili, poco più di un velo) di patate e rape rosse sono state spennellate d'olio, salate e messe al forno (180°) fino a vederle croccanti.
Buone ma non buonissime come le danesi :-)  

domenica 1 marzo 2009

Copenaghen mon amour!


Copenaghen è semplicemente bellissima. Le atmosfere, le vetrine, le facce, le luci, le candele accese e tremolanti sui davanzali delle finestre tutta la notte, la neve e il sole, la gentilezza, i sorrisi, le sale da thè dove vorresti vivere per sempre, le biciclette, le zuppe speziate, l'eleganza e il buongusto, una cena indimenticabile alla tavola di uno chef stellato dallo sguardo generoso, il saper vivere, i laghi ghiacciati e i parchi, i bambini gioiosi ed educati, la tecnologia, le file che ti dimentichi di essere in fila, l'energia eolica, la bella contemporaneità di una città che accoglie la sua gente e gli semplifica la vita.
E poi le chiacchiere e il tempo trascorso con mia sorella. E mia madre felice di ritrovarsi con le sue due figlie. E' stato un viaggio del cuore...


Primo brunch al Cafè Norden, splendido locale liberty nel cuore della città. Un luogo dove si respira il tempo passato e si mangia speziato. La zuppa rossa è un passato di pomodori con i sapori dell'Oriente. S'intravede una torta di carote, frutta, formaggi e mousse di salmone. Prime chiacchiere eterne...



Un negozio tutto per la casa... un capogiro, un'ebbrezza, confesso di aver fatto acquisti .-)))



Un negozio storico con annessa sala da thè: gli interni di legno, decine di barattoli, bilance antiche, dolcetti, fascinosissimo. 



Altra sosta veramente golosissima. Il thè è stato servito con termometro per misurare la  temperatura dell'acqua e la clessidra per il giusto tempo di infusione. Volevo svenire :-)))



e gnam...


a zonzo per il centro



La Carlsberg Glyptotek è un museo che raccoglie collezioni di arte antica e una sezione dedicata all'Impressionismo francese. Il cuore del museo è un giardino d'inverno con palme lussureggianti e neanche a dirlo un bar che prepara un brunch domenicale altrettanto lussureggiante...



In attesa che arrivi una cioccolata calda con panna...



Perché non esiste un fioraio così anche a Roma???




Un posticino molto molto giovane dove si bevono centrifughe inaspettate e si addentano panini croccanti e succulenti


Menta+mela+zenzero
Frutto della passione+zenzero+mela
Fragola+mela+zenzero
Le ho adottate per sempre :-)))