lunedì 1 novembre 2010

Muffins con mela & nocciole



GLI INGREDIENTI ASCIUTTI:
300 g farina tipo 0
150 g zucchero di canna
1 bustina di lievito per dolci (ho usato il cremor tartaro)
1 pizzico di sale
una trentina di nocciole tostate e tritate grossolanamente

GLI INGREDIENTI LIQUIDI:
100 g olio di mais spremuto a freddo
1 uovo
1 vasetto di yogurt bianco
1 goccio di latte di riso

+ 1 piccola mela tagliata a dadini

In una ciotola capiente miscelare gli ingredienti asciutti. A parte miscelate gli ingredienti liquidi e la mela e poi versarli nella ciotola della parte asciutta. Mescolare per bene e poi riempire 6 stampi da muffins. Infornare a 200°C per 10 minuti e poi abbassare a 180° per altri 20-25 minuti

martedì 12 ottobre 2010

Il settimo giorno e il secondo pane


E alla fine il pane s'è fatto!!! Allora, la lievitazione alla fine è durata non 4 ore ma tutta la notte. Infatti all'1 di notte l'impasto non era ancora cresciuto e ho pensato bene di dargli tutta la notte, al sicuro calduccio del mio armadio, per gonfiarsi e farsi bello.
Stamattina infatti la pasta aveva raddoppiato di volume. Ho infornato a 220°C per 20 minuti poi ho abbassato la temperatura a 190°C per altri 30-35 minuti.
Il pane ha una crosta deliziosa, croccante, forse solo un tantino troppo colorata. Si sente l'acidino della pasta madre, ma con il tempo migliorerà ;-) Sono soddisfatta :-)

lunedì 11 ottobre 2010

il sesto giorno e il primo pane

Il primo pane, come si vede dalla foto, è stato un disastro! L'impasto è lievitato pochissimo, tutto sbilanciato in quella fessura profonda sul fianco. Penso che il passaggio notturno in frigorifero sia stata sicuramente una delle cause principali di questa lievitazione difettosa.

Comunque sono ripartita da capo e così stamattina ho sciolto i 300 g di pasta madre che avevo messo da parte in 500 g di acqua tiepida e poi li ho mescolati con 800 g di farina (400 g di farro integrale + 400 g di grano tenero tipo 0) lasciando l'impasto un pochino grossolano. Ho coperto con la pellicola trasparente e la sciarpa di lana e ho messo a lievitare nell'armadio :-)


la pasta acida come si presentava alle 20.30

Alle 20.30 ho ripreso l'impasto che aveva raddoppiato di volume, tutto bello spumoso, e ne ho tolti 300 g che ho messo in frigorifero e che saranno la pasta madre del prossimo pane. Il resto dell'impasto l'ho mescolato con 200 g di farina di farro integrale e 50 g d acqua tiepida in cui avevo sciolto 1 cucchiaino abbondante di sale. Ho lavorato per qualche minuto la pasta e poi l'ho separata in due pezzi che ho messo a lievitare in due stampi da plumcake. Ho coperto con la pellicola trasparente e con la solita sciarpa di lana. Lascio lievitare per 4 ore.

domenica 10 ottobre 2010

Pasta madre: quinto giorno

Alle 10.30 di mattina mescolo 300 g di pasta madre con 600 g di acqua tiepida.
In una ciotola capiente verso 800 g di farina (400 g farro + 400 g grano tenero tipo 0) e aggiungo la miscela di pasta madre e acqua. Mescolo prima con un mestolo e poi finisco di impastare con le mani (sempre dentro la ciotola).
L'impasto finale e morbido ma compatto.
Copro con la pellicola e rimetto nell'armadio coprendo anche con una sciarpa di lana (dentro casa comincia a fare più freschino ;-).

Alle 22.30 prelevo 300 g dell'impasto, lo metto in un recipiente, lo copro con la pellicola trasparente e lo metto in frigo nello scompartimento in basso.
Al resto dell'impasto, sempre nella ciotola, aggiungo 200 g di farina (100 g di farro integrale + 100 g di grano tenero tipo 0) e 50 g di acqua tiepida in cui ho sciolto 1 cucchiaino di sale. Mescolo e poi verso l'impasto sulla spianatoia ben infarinata e lavoro per qualche minuto sfarinando spesso. Divido l'impasto in due parti e le metto a lievitare in due stampi da plum cake, copro con la pellicola trasparente e metto in frigorifero dove rimarranno fino a domani mattina.

N.B. Il profumo della pasta madre era buono, era un acido leggero e morbido. Anche l'impasto messo a lievitare aveva un odore molto gradevole, delicato, di sole e aria buona.

Pasta madre: quarto giorno

La pastella dopo 72 ore di fermentazione

Alle 9 ripeto l'operazione del giorno precedente: aggiungo 50 g di farina di farro e 50 g di acqua tiepida, mescolo, copro e rimetto nell'armadio.

N.B. Nel pomeriggio ha avuto una fertilissima conversazione con un caro amico che conosce bene la panificazione a pasta acida. Tra le varie informazioni mi ha suggerito di tornare all'uso della pellicola trasparente per la copertura della ciotola: trattiene meglio l'umidità della pasta.



la pastella dopo essere stata mescolata con l'aggiunta di farina e acqua

venerdì 8 ottobre 2010

pasta madre: terzo giorno

Nella foto appare la pastella dopo 48 ore di lievitazione. L'odore di fermentazione è delicato ma netto.

Alle 9 di mattina ripeto lo stesso procedimento del giorno prima.
Per coprire la ciotola, però, sostituisco la pellicola trasparente con un bel canovaccio di cotone. Mi spinge una motivazione estetica: preferisco la stoffa alla plastica. Anche la fermentazione preferirà il filtro morbido del cotone alla superficie impermeabile della pellicola? Ignoro ancora i meccanismi del processo... staremo a vedere :-)

giovedì 7 ottobre 2010

Pasta madre: secondo giorno


La foto mostra la pastella dopo 24 ore di lievitazione

Alle 9 di mattina ho tirato fuori la pastella dall'armadio e le ho aggiunto 50 g di farina di farro e 50 g di acqua. Ho mescolato bene, coperto e rimesso nell'armadio ;-)

mercoledì 6 ottobre 2010

Pasta madre: primo giorno


Alle 9 di mattina ho cominciato la preparazione della pasta madre.

In una ciotola di vetro ho mescolato 100 g di farina di farro con 100-120 g di acqua tiepida.
Ho coperto con la pellicola trasparente (lasciandola un po' lenta per far passare l'aria) e l'ho messa al riparo da correnti nell'armadio ;-)

martedì 28 settembre 2010

Pane di riso





La ricetta di questo pane di riso delizioso, profumato, sostanzioso e sano viene dal corso di panificazione e altre meraviglie che ho seguito la settimana scorsa a Ostia presso il Biozenzero. Il maestro del corso è stato il cuoco e pasticcere Pasquale Boscarello, uomo di grande esperienza, cultura gastronomica e sensibilità artistica.


riso semintegrale cotto, 500 g
farina integrale, 500-600 g
sale marino, 5 g
olio evo, 1 cucchiaio
acqua tiepida, 350 g
lievito di birra secco, 5 g
malto di mais, 1 cucchiaino
semi di girasole, sesamo..., q.b.

Mescolare il lievito con 250 g di acqua tiepida e 1 cucchiaino di malto e lasciar rinvenire per 15 minuti. Nel frattempo, in una ciotola mescolare con le dita il riso cotto con la farina e il sale. Aggiungere l'acqua con il lievito e un po' per volta la restante acqua e mescolare bene.

N.B. la ricetta indicava 350 g di acqua per 500 g di farina. Nel mio caso, però, l'impasto è diventato troppo umido e ho dovuto aggiungere altri 100 g di farina. Per evitare l'aggiunta di farina avrei dovuto ridurre di 50 g circa la quantità di acqua :-)

Versare l'impasto sulla spianatoia ben infarinata e cominciare a impastare con le mani. Lavorararla per qualche minuto con movimenti regolari. Dividere la pasta in tre parti, lavorarle a cilindro, rotolarle nei semi e comporre una treccia. Metterla in uno stampo da plum cake, coprirla con un panno e lasciarla lievitare per 1 ora e 30 minuti circa, fino a quando non raddoppia di volume.
Infornare a 220°C per 25 minuti e poi continuare la cottura per altri 50 minuti circa.

N.B. questa volta ho fatto una sola treccia molto grande che ci ha messo parecchio tempo a cuocere per bene. La ricetta indicava tempi molto più brevi di cottura: 20 minuti a 220°C e poi altri 20-25 a 200°C. Penso che la differenza dipenda dalle dimensioni dell'impasto. Con le quantità indicate si potrebbero fare due trecce/filoni e seguire i tempi più brevi. Consiglio di usare lo stampo perché l'impasto tende a sedersi durante la lievitazione :-)



Rotelle di cioccolato all'arancia



Queste girelle fanno parte di un capitolo del libro Pasticceria Naturale di Pasquale Boscarello dedicato ai dolci al cioccolato. Ho seguito il suo suggerimento di farcirla con la marmellata di arance e mi è piaciuta assai. Voglio tentare con la marmellata di albicocche e quella di marroni.

Copio la ricetta riducendo solo le quantità:

Impasto "Africa"

farina tipo 0, 125 g
farina manitoba, 125 g
malto di mais, 60 g
sciroppo d'acero, 50 g
olio di mais, 60 ml
mandorle tostate e macinate, 40 g
uvetta lavata e scolata, 40 g
cacao amaro settacciato, 40 g
acqua tiepida, 20 ml
lievito di birra fresco, 10 g
vaniglia, la punta di un cucchiaino
sale, un pizzico
la buccia grattugiata di 1/2 arancia oppure 3 gocce di olio essenziale d'arancia

Sbriciolate il lievito di birra in un boccale contenente acqua tiepida e lasciate che sulla superficie si formi una leggera schiuma.
Nel frattempo mescolate l'olio di mais con la buccia d'arancia grattugiata/Olio essenziale d'arancia, il malto e lo sciroppo d'acero. Miscelate il tutto.
In un ampio recipiente radunate gli ingredienti asciutti: le farine, le mandorle macinate, il cacao amaro, il sale e la vaniglia. Mescolate bene prima di unire l'uvetta, la miscela di malto e olio, l'acqua con il lievito. Lavorate con le mani fino a ottenere un impasto morbido e liscio. Sollevate con una mano un po' d'impasto; dopo averlo lasciato, deve ricadere lentamente (se troppo duro aggiungete un po' d'acqua, se troppo morbido un po' di farina).
Fate riposare per una mezz'oretta prima di utilizzarlo.


La ricetta delle girelle:

Impasto "Africa"
farina di farro q.b.
marmellata d'arance senza zucchero q.b.
miscela di malto e acqua calda - rapporto 3 a 1 - q.b.

Sulla spianatoia lavorate l'impasto "Africa" incorporando la farina di farro un po' per volta fino a ottenere una palla solida ed elastica e fate riposare per 5 minuti.
col matterello stendete una sfoglia premendo dal centro verso l'esterno formando un rettangolo spesso 4-5 mm (affinché non si attacchi l'impasto alla spianatoia, infarinate più volte riavvolgendo la sfoglia nel matterello). Col lucido spennellate solamente 2 cm dei lati del rettangolo e stendete la marmellata d'arance su tutta la superficie, tranne i bordi spennellati. A questo punto arrotolate delicatamente per il lato lungo formando un cilindro (fate attenzione che non fuoriesca la farcia) e con un coltello tagliatelo in pezzi larghi 2 cm. Disponeteli sulla teglia con la superficie piatta verso il basso, distanziandoli bene. copriteli con un panno e lasciateli lievitare per 20 minuti, quindi cuoceteli in forno già caldo a 200°C per 18-20 minuti. Appena sfornati spennellate col lucido.

giovedì 6 maggio 2010

Mercoledì, cena

Posto questa ricetta con un certo ritardo e così la colazione del giovedì e seguita dalla cena del mercoledì! ;-)

Baccalà all'antica Lisbona. Prendo la ricetta dal libro Baccalà edito da Guido Tommasi. Ho ridotto la quantità di olio (dai 100 ml consigliati ai miei 70 ml) e sostituito 4 pomodori con i 15 pomodorini pachino. Di questa ricetta mi piace la cottura a strati: gli ingredienti si sistemano uno sopra l'altro e si lasciano cuocere senza mai mescolare. Dai la direzione iniziale e poi lasci che i sapori si organizzino da soli. Nel risultato finale trovo una armonia di gusti elegante, trasparente. Confesso che il cibo cotto in questo modo mi pare che abbia una qualità energetica pacifica, rasserenante direi. E poi, nello specifico, è una ricetta davvero molto molto gustosa.

700 g baccalà (l'ho comprato già ammollato, pronto per essere cotto)
15 pomodorini maturi
2 cipolle
4 patate
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaino di paprika
1 foglia di alloro
1 spicchio d'aglio
1 rametto di prezzemolo
70 ml di olio evo
sale e pepe

Affettare le verdure. Tagliare a pezzi il baccalà. Disporre a strati gli ingredienti cominciando dai pomodori, poi le patate a rondelle, le cipolle, mezzo spicchio d'aglio e il baccalà. Salare e pepare. Ripetere l'operazione e terminare con uno strato di patate. Condire con la foglia d'alloro intera, il rametto di prezzemolo, la paprika, l'olio e il burro a fiocchetti. Coprire e lasciar cuocere a fiamma lenta per 40 minuti.

giovedì, colazione

Un tazzone di caffè+latte di riso e 2 fette di pane al sesamo tostate con ricotta di pecora e miele.
La giornata parte con mille pensieri sul futuro.

mercoledì 5 maggio 2010

Tre pasti successivi (martedì/cena-mercoledì/colazione e pranzo) così minimi nel piacere che neanche li scrivo.

martedì 4 maggio 2010

martedì, colazione e pranzo

Colazione: ripetita iuvant, dicono.

Pranzo: una zuppa di miso istantanea e un paio di gallette di riso con miele e pinoli. Mi piacciono le gallette ciccione, quelle grandi, alte, e croccanti. Soprattutto devono essere croccanti, altrimenti m'intristiscono. Pranzo leggero dopo la lezione di astanga yoga. Sono stanca e soddisfatta.

lunedì 3 maggio 2010

Lunedì, cena: insalata di carciofi, patate sabbioline e asparagi al vapore


Per iniziare 2 carciofi crudi, affettati sottili e conditi con olio evo, sale, limone, un goccio di shoyu e qualche scaglietta di parmigiano.

A seguire, asparagi cotti al vapore conditi con sale, olio evo e limone +
patate sabbioline ------> pulire 5-6 patate bio (senza togliere la buccia), tagliarle a pezzi e lessarle per 8 minuti in acqua leggermente salata. Scolarle e lasciarle intiepidire. Condirle con olio, pangrattato, timo e rosmarino tritati, un paio di spicchi d'aglio vestiti e sale. Distribuirle in una teglia rivestita da carta forno e infornarle per 25-30 minuti a 220°C fino a vederle dorate.

lunedì, pranzo: pasta al pomodoro e caffè

Pranzo da mamma con un piatto di pasta al pomodoro e basilico. La perfezione dello stereotipo è stata incrinata dalle scelte musicali di mia madre. Ho masticato al ritmo di canti indiani e di mandolini neppure l'ombra. Il caffè ci ha ricondotto in madrepatria.

Lunedì, colazione: caffelatte e crostata


La giornata è cominciata con una tazza di caffè + latte di riso e una fetta di crostata ai frutti di bosco (senza zucchero). Per la ricetta della pasta frolla vedi qui

Ho dormito come un sasso. In un sogno mi ribellavo a un'organizzazione criminale. Di fronte al sopruso mi scoprivo coraggiosa e determinata. Che tipa! ;-)

domenica 2 maggio 2010

Domenica, cena: pinzimonio + tagliatelle di mais ai carciofi


Pinzimonio di carote, ravanelli e cetrioli per cominciare.

E poi un piattone di tagliatelle di mais (300 g: siamo due mangioni! ;-) condita con 3 carciofi affettati e stufati con olio+acqua, 2 spicchi di aglio vestiti, un pezzetto di peperoncino e sale. Spolverare con del prezzemolo tritato e 3 cucchiai di semi di girasole tostati. Ci si lecca i baffi :-)

Domenica, pranzo: riso agli asparagi con crema di fave


250 g riso semintegrale
1 cipollina fresca di Tropea
125 g di fave sbucciate (all'inizio erano quasi 1 Kg!)
12 asparagi
sale, olio evo

Lavare per bene il riso e metterlo a cuocere in un volume doppio d'acqua (es. 1 tazza di riso per 2 tazze d'acqua). Quando si leva il bollore, abbassare il fuoco al minimo, aggiungere una presa di sale, coprire, lasciare cuocere per 15 minuti, spegnere e, sempre coperto, lasciar riposare altri 15 minuti. Importante: durante la cottura non sollevare il coperchio e non mescolare. Il riso assorbirà tutta l'acqua e i chicchi risulteranno perfettamente cotti.

In una padella ampia scaldare a fuoco basso un paio di cucchiai di olio, aggiungere la cipolla tritata e lasciar imbiondire per pochi minuti. Versare gli asparagi tagliati a piccole rondelle (lasciare le punte intatte), salare, mescolare, e lasciar cuocere per 8-10 minuti aggiungendo un pochino d'acqua calda per stufare.

Nel frattempo scottare le fave in 100 g d'acqua bollente per 3 minuti. Frullarle e condirle con sale e 1 cucchiaio d'olio.

Ripassare in padella il riso con gli asparagi e servire accompagnando con la crema di fave.

lunedì 12 aprile 2010

Sformato di patate e porri


Sformato delizioso (gli amici lo dicono!!!). La ricetta, leggermente aggiustata viene dal numero di aprile della rivista Cucina Naturale. Ricetta perfetta anche per un pic-nic. Ieri ce lo siamo pappati sotto un cielo di nuvole e sole, immersi nel profumo della zagara, felici di stare insieme e di ritrovarci dopo troppo tempo.


600 g di patate
150 g di porri
70 g di pecorino grattugiato
200 ml di latte di riso
pangrattato
sale & olio

Lessare le patate intere in acqua salata, pelarle e schiacciarle con una forchetta. Mentre le patate si cuociono, affettare sottilmente i porri e stufarli con un paio di cucchiai di olio e un goccio d'acqua per una decina di minuti. In una ciotola mescolare il pecorino assieme al latte e poi aggiungere le patate e i porri. Aggiustare di sale. Oliare e impangrattare (!!) una teglia in cui stendere il composto a un'altezza di circa 1 - 1 1/2 cm, condire con un giro d'olio e infornare a 220° per 25 minuti

N.B. se non l'avessi finito avrei distribuito il pangrattato anche sulla superficie dell'impasto ;-)

sabato 10 aprile 2010

La sfoglia di piselli e porri


Ricetta facile e abbastanza veloce. Inizialmente avrei voluto eclissare la ricotta, ma poi ho immaginato lo sbrodolamento di verdure al primo morso e la scelta si è fatta da sé. La crema di ricotta diventa un sicuro ancoraggio per tenere al loro posto tutte le verdurine. Il timo è essenziale: la sfoglia si fa orto :-)


1 rotolo di pasta sfoglia
1/2 porro
1 tazza di piselli sgranati
2 cucchiaiate di ricotta
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
una spolverata di timo secco
acqua q.b.
sale & olio

Stufare per una decina di minuti il porro affettato e i piselli con un paio di cucchiai di olio e un goccio d'acqua. Mescolare la ricotta con un pochino d'acqua fino a renderla morbida e cremosa. Stendere la pasta sfoglia (ho assottigliato lo spessore della sfoglia già stesa con un veloce passaggio di mattarello), spalmarci sopra la ricotta lasciando libero 1 cm di bordo, spolverare di parmigiano, distribuire sopra gli ortaggi cotti e finire con un giro d'olio e una presa di timo. Infornare a 200° per 25-30 minuti (a metà cottura ho spostato la teglia sulla parte bassa del forno in modo che la sfoglia sotto si asciugasse per bene)

domenica 21 marzo 2010

La focaccia di Recco


Oggi, forte del mio desiderio e della mia ignoranza, mi sono imbarcata in una ricetta a cui pensavo da tempo. Anni fa un amico mi parlò di una focaccia deliziosa mangiata in Liguria. Si sorprese che non la conoscessi e mi incantò con il racconto della sua bontà. Da allora sono tornata spesso a immaginarmi quella focaccia mai mangiata e a definirne, tra me e me, le sue caratteristiche. Alcune parole che ti appaiono in un dato momento come normali, scopri più tardi e in modo del tutto inaspettato che ti hanno toccato, che si sono inserite, ordinate, nelle file della tua memoria, e che aspettano di essere ricordate e di pesare nella tua vita.
Oggi, dunque, mentre cincischiavo davanti al banco frigo del negozietto bio di Trastevere, il destino mi è venuto incontro sotto forma di un'esclamazione. Roberto mi fa: "Lo prendiamo lo stracchino di capra?!!!". In quel preciso momento la focaccia di Recco è diventata la mia unica ragion d'essere cuoca. Era pronta per farla. Oggi era il momento giusto, dopo anni.


Dose per una teglia 30 cm x 20 cm

100 g di farina
20 ml di olio evo
20-30 ml di acqua
sale
100 g di crescenza/stracchino

Fare la fontana con la farina. Al centro versare l'olio, l'acqua e il pizzico di sale. Impastare per qualche minuto fino a ottenere una pasta liscia e morbida. Dividere l'impasto in due parti uguali. Stendere la prima metà e tirare la pasta sottilissima. Sistemare la sfoglia in una teglia ricoperta di carta forno (oppure unta d'olio) e distribuire sopra la crescenza in piccoli pezzi. Ricoprire con la seconda metà dell'impasto, steso sempre molto sottile, e saldare bene i bordi. Pizzicare la superficie della focaccia per ottenere diversi fori della larghezza di 1 cm, quindi irrorare di olio e cospargere di sale a grani grossi. Infornare a forno caldissimo (250°C) per 10 minuti. Una volta sfornata condire con un altro giretto d'olio.

lunedì 15 marzo 2010

La pasta multiuso

Ci sono ricette che ti accompagnano una vita. Quella di oggi è una di queste. E' un impasto di farina, olio, acqua e sale che uso come base sia per le torte rustiche salate che per lo strudel e altri dolci. Ieri però ho aggiunto un nuovo ingrediente, un pizzico di bicarbonato e il risultato mi è piaciuto molto. La pasta diventa più soffice, si alza un pochino e regala, al morso, una morbidezza che mi ha sorpreso. Ho impastato una dose doppia che ho usato per preparare una torta salata ai broccoletti e un dolce alle mele.

Impasto per la pasta (dose doppia)

250 g di farina (ho usato una semintegrale, ma va benissimo anche la bianca)
6 cucchiai di olio evo
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di bicarbonato
acqua tiepida q.b.

Fare la fontana con la farina, il sale e il bicarbonato ben mescolati tra loro. Versare nel centro l'olio e poi farlo assorbire con la punta delle dita a tutta la farina (sbaglio o si dice 'sabbiare la farina'???). Rifare il buco centrale, versare un goccio di acqua impastando all'inizio con l'aiuto di una forchetta. Aggiungere l'acqua molto gradualmente quel tanto che serve per impastare con le mani. Lavorare per qualche minuto la pasta. La consistenza finale deve essere morbida come il famoso 'lobo d'orecchio'! Ricoprire con la pellicola trasparente e lasciare riposare in frigorifero per 30-60 minuti.




Per la torta salata ho condito 1/2 Kg circa di broccoletti puliti e cotti al vapore con un bel giro d'olio, un pugno di olive di Gaeta snocciolate, 3-4 acciughe sott'olio, uno spicchio d'aglio tagliato a metà e privato dell'anima e sale. Ho steso metà della pasta e ne ho rivestito una teglia per crostata leggermente unta d'olio. Ho versato sopra il ripieno e ho infornato per 30 minuti a 190°-200°.




Per il dolce di mele ho sbucciato e tagliato a pezzi non troppo sottili 2 mele piccole e le ho condite con un pizzico di cannella, 1/2 buccia di limone grattugiata e 1/2 cucchiaio di malto di mais. Ho steso l'altra metà della pasta ricavando un quadrato di 20 cm x 20 cm che ho tagliato ottenendo 4 quadrati di 10 cm per lato. Al centro di ogni quadrato ho spalmato 1 cucchiaino di composta di albicocche senza zucchero e versato 1 cucchiaiata di mele. Ho chiuso ogni quadrato di pasta riunendo i 4 angoli al centro e premendo bene per far attaccare la pasta (nel caso inumidire gli angoli: la pasta si appiccicherà meglio). Ho sistemato i 4 quadrati farciti dentro uno stampo da plum cake (ricoperto di carta forno) tutti belli stretti uno accanto all'altro, in fila indiana. Durante la cottura si sono attaccati e ne è venuto fuori un dolcino molto carino anche da vedere. Per la cottura ci sono voluti 30 minuti a 190°-200°.

mercoledì 3 febbraio 2010

Passata di cavolfiore

Mannaggia! Niente foto anche questa volta! E mi dispiace davvero perché il risultato finale è stata una invitante zuppa cremosa! E' una ricetta semplice, facile, che riscalda il corpo e il cuore. Tutto è nato dall'acquisto di una confezione di creme fraiche. Mi sono tornate in mente le zuppe mangiate con mia madre e mia sorella a Copenaghen: le tazzone fumanti e profumate di passati di verdure con al centro l'isola di panna che s'allargava a spirale mescolandola con il cucchiaio. Aaah che bei ricordi... Ieri sera, con le guance piene di zuppa volevo scrivere un'ode alla creme fraiche, al potere appagante di quel burro ricco di fermenti che ti tiene, felice, sospeso sopra una nuvola :-) Ne basta davvero 1 cucchiaio 1 per rendere la passata un cerchio perfetto! Dopo molte ricerche vane, l'ho finalmente trovata da Naturasì. Mi ha ricordato lo yogurt greco, quello denso e pannoso appunto: potrebbe essere un sostituto nel caso non si trovasse la creme...
N.B. Ovviamente anche questa rientra tra le ricette trentaminuti in cui mi sto incapocciando ;-)

1/2 cavolfiore
2 patate
4 carote
1 cucchiaio di shoyu
2 cucchiai di olio evo
30 g di parmigiano grattugiato + un pezzetto di crosta di parmigiano ben pulita
1 litro circa di acqua bollente
4 cucchiai di creme fraiche (eravamo in due e abbiamo fatto il bis!!!!)
un pezzetto di peperoncino
sale

Tagliare a pezzetti le verdure pulite. Scaldare a fuoco basso l'olio, aggiungere le verdure e lasciare insaporire per un paio di minuti mescolando spesso. Coprire con l'acqua bollente, versare lo shoyu, unire il pezzetto di peperoncino e la crosta di parmigiano, salare e alzare il fuoco. Quando arriva a bollore, abbassare la fiamma a un fuoco medio e coprire in appoggio. Lasciar cuocere per 25 minuti. Tenere da parte una metà della zuppa e frullare bene l'altra metà. Riunire le due parti, aggiungere il parmigiano grattugiato, mescolare bene, coprire e lasciar riposare un paio di minuti. Servire con 1 bel cucchiaio di creme fraiche a piatto. I crostini sono consigliati ;-)

domenica 24 gennaio 2010

Zuppa di carote, arancia e basmati

Ecco una delle mie famigerate ricette “trentaminuti” per la donna moderna ;-))) Ho ripreso l’idea dal numero di gennaio della rivista Cucina naturale, ho fatto alcuni aggiustamenti e n’è venuta fuori una zuppetta densa di colore e profumi, un piccolo viaggio prodigo di suggestioni d’oriente :-)


450 g carote

1 cipolla rossa

100 g riso basmati

1 capsula di cardamomo

1 pezzetto di cannella

la buccia tritata di ½ arancia biologica

sale & olio evo

1 l acqua bollente

Tritare la cipolla. Tagliare a dadini le carote. Scaldare a fiamma bassa 2 cucchiai di olio, unire i semini contenuti nella capsula di cardamomo e il pezzetto di cannella e lasciar insaporire per 1 minuto. Togliere la scorza di cannella e aggiungere la cipolla. Lasciare appassire per qualche minuto e poi aggiungere le carote. Far rosolare per pochi minuti e poi versare l’acqua bollente. Appena riprende a bollire, salare e coprire in appoggio. Far cuocere a fiamma medio-bassa per 15 minuti. Frullare grossolanamente le carote e aggiungere il riso basmati. Lasciar cuocere per altri 10-12 minuti (finché il riso sarà cotto!), togliere dal fuoco, unire la buccia tritata dell’arancia e mescolare bene. Servire con un filo d’olio.

N.B. la prossima volta, prima di aggiungere il riso, lascio una metà delle verdure intatte e l’altra metà la frullo molto bene fino a renderla una crema, così la consistenza finale della zuppa dovrebbe risultare nell’insieme più gradevole.

mercoledì 6 gennaio 2010

Riflessione minima di un giorno di festa

Cucino quasi tutti i giorni, perlomeno una volta al giorno, la sera. Preparo piatti semplici, pronti in 30-40 minuti, così da metterci a cenare prima che la sera diventi notte. Cerco di conciliare il buono con il sano. Il sano è un concetto articolato a cui mi dedico da anni. Il buono è un desiderio e un piacere che m'ispirano sempre. Quando ho tempo, a volte, mi dedico a ricette più complesse, più lunghe. A volte nasce un desiderio e allora il tempo lo trovo. Fondamentalmente, però, la mia è una cucina da mezz'ora. E' il cibo di una donna che lavora e sta fuori tutto il giorno.