sabato 31 gennaio 2009

Livio, Ada e la zuppa di broccolo


C’è un libro di faccende gastronomiche a cui sono particolarmente affezionata: è La cucina di Roma e del Lazio di Livio Jannattoni. Innanzitutto perchè racconta la cucina del posto dove sono nata, cresciuta, dove vivo. E poi perché la racconta bene. Raramente si descrive solo la ricetta. Spesso spessissimo si tratteggia il mondo che vive intorno a quel piatto, i personaggi, gli ingredienti, le inclinazioni, le predilezioni, gli inciampi. Si respira l’aria di Roma, si respira la sua storia. E poi, fondamentale, riesce a trasmettere quella che è l'intenzione del piatto. Crea un'emozione che ti sintonizza con la ricetta. Ti suggerisce l’immaginario giusto per arrivare dritto dritto all’essenza della preparazione. Ti metti a cucinare e sai quali sapori e consistenze dovrai creare. 
Trascrivo qui di seguito le parole dell'autore che riportano una zuppa recuperata alla memoria dalla famosa Ada Boni, autrice (oltre dell'ubiquitario Talismano della felicità) di un altro ricettario di cucina romana. L’ho sperimentata, riprovata e ogni volta il gustarla ci ha regalato una semplice, intensa emozione. Oltretutto mi diverte perché devia dalla classica visione della cucina romana, così condita, pesantuccia, carnivora. Si tratta infatti di una zuppetta leggiadra, trasparente, fresca e calda insieme, inaspettatamente appagante, divertita. 

“Nella sua Cucina romana la Boni contempla pure una Zuppa di broccoli, assai gustosa, e facente parte della tradizione romana, ma già quasi dimenticata ai suoi tempi. ‘E’ necessario però che sia fatta con dei broccoli freschissimi e romaneschi, che sono i più dolci’.
Si monda il broccolo dividendolo in tante cimette, e conservando solo pochissime foglie, tra le più tenere, e si risciacquano abbondantemente foglie e cimette. Si preparono ora delle fette di pane abbrustolito, su cui si stropiccia un nonnulla d’aglio, e si posano queste fette sul fondo di un’insalatiera. Si mette sul fuoco una pentola con abbondante acqua quando bolle si buttano giù i broccoli, che si fanno cuocere a fuoco vivace e scoperti, badando a cuocerli a giusto punto, in modo che non risultino né troppo duri né disfatti.
Appena cotti si tira indietro la pentola, e con un ramaiolo o due dell’acqua in cui i broccoli hanno cotto, si inumidiscono le fette di pane messe nell’insalatiera. Con una cucchiaia bucata si tirano su i broccoli, e si dispongono sulle fette di pane. Si condisce con sale, e abbondante pepe e olio, e si completa la zuppa spremendoci su il succo di un limone. Si mangia calda”

P.S. Come a volte accade, ho fatto una piccola variazione: con l'esperienza ho scoperto che il pane tostato messo sul fondo del piatto e coperto con il brodo e la verdura non mi piaceva. Mi veniva l'ansia del pane spappolato, gonfio di brodo, dalla consistenza molle. E allora preferisco aggiungere i crostini un po' per volta, così da riunire le doti del morbido e del croccante in un solo boccone.

mercoledì 28 gennaio 2009

Beh-che potatoes!

Sono qui con Roberto che ci lecchiamo ancora i baffi :-) Erano anni, venti per la precisione, che volevo farle. Le ho mangiate a Londra durante una vacanza pazza con alcune amiche del liceo... c'era un baracchino a Covent Garden che le vendeva per poche sterline... rimasi fulminata dalla goduria di quelle forchettate che mescolavano la morbidezza della patata e la succulenza della salsa... e poi c'era quel freddino pungente e tutta quella gente intorno a noi, tutte le razze mescolate e distillate in esseri così belli da togliere il fiato e io gongolavo in quell'effervescenza sentendomi dentro l'ombelico del mondo %-)))

patate, 4 del peso di circa 150 g
ricotta, 100 g
yogurt, 150 g
salmone affumicato, 70 g
fiori di finocchietto, una bella presa
sale & pepe

Lavare le patate, asciugarle e avvolgerle singolarmente nella carta argentata. Metterle nel forno già caldo a 220° e lasciarle cuocere per 1 ora. 
Poco prima di togliere le patate dal forno preparare la salsa: mescolare la ricotta e lo yogurt fino a ottenere una salsa omogenea e fluida a cui aggiungere il salmone tagliato a pezzetti piccoli. Salare, pepare e unire il finocchietto. 
Aprire l'involucro che ricopre le patate, inciderle per tutta la lunghezza e condire con un paio di cucchiaiate abbondanti di salsa.

lunedì 26 gennaio 2009

Le bruttine soup


Anni fa le avrei buttate. Tempo fa non ci avrei neanche pensato. Anni fa ero diversa. Ma come tutti abbiamo provato sulla nostra pelle, la vita ci fa scoprire nuove prospettive e ci propone cambiamenti. Costruiamo le nostre giornate su abitudini e alcune possono essere migliori di altre. Non ho figli, ma ci sono i nipoti e i figli degli amici e i bambini che non conosco di tutto il mondo. Il mio pensiero va a loro e alla qualità della mia vita quando penso a un'esistenza sostenibile, con meno sprechi e più lungimiranza. Certo, esiste il fattore delta, l'imprevisto che arriva e scombina i piani... Questo non toglie valore alle scelte fatte oggi, perché è con queste che nutro la mia fiducia sul futuro. Confido nella tecnologia e nella saggezza. Confido nella bontà di un minestrone fatto con le verdure messe da parte durante la settimana, con quelle parti che anni fa avrei buttato.

domenica 25 gennaio 2009

Le tre creme


Ieri sera, per una cena a casa di amici, mi sono teoricamente occupata dell'antipasto preparando tre diverse creme di verdura da accompagnare a quella che ormai è diventata un asso nella manica della mia cucina: la focaccia di Locatelli postata da Sigrid. Ad accompagnare salse e focaccia c'era pure un bel pezzettone di speck trentino che mamma mi ha portato dalla Val di Fassa. Teoricamente si trattava dell'antipasto... peccato che a un certo punto mi sono persa in cucina e il tempo mi è scappato sotto il naso... io veramente non so a volte cosa mi succeda... l'orologio accelera mentre io rallento per scoprire terrorizzata che sono passate due ore e non dieci minuti... sì, insomma ieri sera siamo arrivati con un ritardo orrido... per fortuna i nostri amichetti ci vogliono bene, ci conoscono (!) e non ci hanno fatto sentire in colpa :-)))

p.s. per quanto riguarda la focaccia ho fatto (tanto per cambiare;-))) due modifiche:
1- al posto del lievito di birra ho usato il lievito di pasta madre in polvere dell'Antico Mulino Rosso. Una volta fatto l'impasto, che ho lavorato anche con le mani, l'ho lasciato riposare coperto nel forno spento per 1 ora e 1/2, fino a vederlo raddoppiato di volume. L'ho steso con le mani nella teglia ricoperta di carta forno e con le punta delle dita ho lasciato tanti buchetti nella pasta, ho versato la salamoia e l'ho lasciato riposare altri 20-30 minuti prima di infornarlo.
2- l'altra variante riguarda la salamoia: ho ridotto le quantità di tutti e tre gli ingredienti. Ho mescolato 50 g di acqua, 50 g di olio e 10 g circa di sale... già lo speck era tanto saporito... :-)

crema di carote e coriandolo

carote, 800 g circa
coriandolo semi, 3 cucchiaini
miele di acacia, 1 cucchiaino
acqua calda, q.b.
sale & olio 

Pulire e affettare le carote. Metterle in padella con un goccio d'acqua e il coriandolo. Salare e far cuocere a fuoco basso e tegame coperto. Dopo una decina di minuti aggiungere il miele, girare, coprire e lasciar cuocere per altri 10-15 minuti. In caso aggiungere un altro goccio di acqua calda. Togliere dal fuoco quando le carote sono cotte (devono essere morbide e sode, non sfatte). Aspettare che si intiepidiscano e poi frullarle. Aggiungere 2-3 cucchiai di olio, aggiustare di sale. E una è fatta...


crema di cavolfiore, zenzero e arancia

cavolfiore, 1
arancia bio, 1 
zenzero fresco, q.b per ottenere 2 cucchiaini di succo (un pezzetto di 2-3 cm)
miele di acacia, 1 cucchiaino
sale & olio

cuocere a vapore il cavolfiore lavato e diviso in cimette. Quando si è intiepidito frullarlo e poi aggiungere la buccia grattugiata dell'arancia e il succo di una metà, il succo dello zenzero, il miele e 2-3 cucchiai di olio. Salare e mescolare bene. E pure la seconda è pronta...


crema di carciofi e menta piperita

carciofi, 6
aglio, due spicchi vestiti
acciuga sott'olio, 1
menta piperita secca, 3 cucchiaini
acqua calda, q.b.
sale & olio

Pulire bene i carciofi, eliminando l'eventuale pelame interno e affettarli. Scaldare in una padella un filo d'olio assieme all'aglio e all'acciuga. Quando quest'ultima si è sciolta aggiungere i carciofi, 1 cucchiaino di menta, un goccio di acqua calda, salare, coprire e lasciar cuocere a fiamma medio bassa fino a quando i carciofi non diventano teneri. Se necessario, durante la cottura, aggiungere un altro pochino di acqua calda. Togliere dal fuoco e una volta intiepiditi frullarli assieme ai 2 cucchiaini di menta e a 3-4 cucchiai di olio. Aggiustare di sale. E voilà... le creme sono pronte per essere servite accompagnate con la focaccia o del pane tostato su cui spalmarle ;-) 
  

sabato 24 gennaio 2009

una parola nuova

Ho scoperto una parola nuova: resilienza.
E' un termine nato nel mondo della fisica per indicare la capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. Viene (guarda un po'!!!) dal verbo latino resilire = rimbalzare, composto di re e salire 'saltare'.
A partire dagli anni '60 è una branchia della psicologia che analizza un fenomeno specifico: la capacità di una persona di reagire a un trauma individuando una 'seconda via' non lineare.
Mi piace questa parola che condensa la possibilità di un essere umano di trasformare un evento destabilizzante in motore di ricerca personale, attraverso una riorganizzazione del proprio percorso di vita.
Grazie a Laura Piccinini che me l'ha fatta scoprire :-)

mercoledì 21 gennaio 2009

la passata del lucernario


All'inizio c'è stata Artemisia poi l'idea ha sonnecchiato per un po' fino a saltare fuori di nuovo stamattina. Ero a casa con due operai che smontavano il vecchio lucernario e ne rimontavano uno nuovo... Li guardavo ammirata scendere e salire le scale, sudati e pieni di energia ad un'ora che io di solito dormo ancora. Per fortuna c'era Roberto a fare gli onori di casa e a mettere su il caffè. Ho gigionato tra mail e appunti in puro stile sonnambula... poi all'improvviso un lampo... ommammamia... IL LUCERNARIO NUOVO!!! niente più bacinelle ad ogni temporale (e quanto caspita ha piovuto in questi due mesi!!!??!!), niente più patemi d'animo al primo tuono, niente più sospiri di fronte alle previsioni del tempo... ooohhh, finalmente!!! da tanta felicità è nata la passata che segue

porro, 1
piselli secchi, 150 g
carciofi, 2
menta fresca, 4-5 foglioline + qualche altra per abbellimento :-)
acqua calda, 1 e 1/2 litro
peperoncino secco, 1 ma proprio piccolino
olio evo
sale

In una pentola capiente far saltare brevemente il porro affettato sottile con un paio di cucchiai d'olio e il peperoncino. Aggiungere i piselli secchi e l'acqua calda, portare ad ebollizione, abbassare la fiamma, coprire in appoggio e lasciar andare per un'oretta. Nel frattempo pulire i carciofi e sfregarli con del limone per evitare che anneriscano. Affettarne uno e, passata l'ora, aggiungerlo ai piselli e far cuocere, sempre in appoggio, per 30-40 minuti. Una decina di minuti prima di spegnere salare. Assicurarsi che i piselli siano ben cotti. Spegnere. Frullare. Aggiungere le foglioline di menta tritate. Nel frattempo friggere l'altro carciofo affettato sottilmente e farlo sgocciolare sulla carta da cucina. Servire la passata guarnendola con una presa di carciofi fritti, un girino d'olio e qualche fogliolina intera di menta.

domenica 18 gennaio 2009

Ladies & gentlemen...


...Ho il piacere di presentarvi le mie erbette!!! Sì sì sono proprio le spezie e le aromatiche della mia cucina!!! Se ne stanno sospese sopra la mia testa appese per una calamita al ferro della simil-cappa che sovrasta i fuochi e il forno. Penso che la loro collocazione sia stata una delle scelte più intelligenti fatte negli ultimi mesi :-))) La possibilità di averle tutte lì a portata di mano mi ispira, mi rende più veloce nell'immaginare abbinamenti, mi rende (o perlomeno mi piace crederlo ;-))) più inventiva, a volte più audace... e quindi il momento di ringraziare pubblicamente il Signor Ikea che ha messo in circolazione questi contenitori con il retro calamitato... l'ennesima conferma del genio svedese .-) e di ringraziare Twostella che qui mi ha fatto venir voglia di mostrarvi questo angolino (ma se è una linea???... angolo? ...linea?? vabbè... sì... insomma lo so che mi avete capito!!! .-))

il pesto genovese, the original


Confesso di aver fatto sempre a occhio, finora. Ma all'improvviso mi è venuta voglia di mettere i puntini sulle 'i' e di darmi delle certezze. Il punto della questione appunto è il pesto genovese. Sì, forse un tantinello abusato, logorato, saturato... però qui ogni tanto viene voglia di farcene un bel piattone e profumarci di basilico e aglio :-) E allora sarò pure demodè con questa fissa sul pesto, ma mi sono messa buona buona alla ricerca della ricetta perfetta (che parolone!!!) e dopo vari giretti, scartabellamenti e cliccate ho trovato questo qui e l'ho provato... beh, a noi ci ha messo di buonumore ;-)

sabato 17 gennaio 2009

Piacerà???


Non si fa... ma l'ho fatto! e sì, ho portato a pranzo da mia suocera un dolce mai fatto prima... sì, ma che dolce!!! mica uno qualsiasi: una bomba deliziosa di cioccolato e lamponi. Si tratta di una ricetta dell'ormai famigerato Pierre Hermé postata da Kja. Cercavo proprio una torta così, di cioccolato puro, ma con una sorpresa dentro, una variazione inattesa, un sussulto. Embè, devo dire che i lamponi quando te li trovi all'improvviso spalmati tra lingua e palato immersi nell'amaro-dolce del cioccolato una scossetta, un brividino te lo danno! La volevo di cioccolato per coccolare la mia suocerina. Lei A-D-O-R-A il cioccolato, ne è golosa matta, da sbrilluccichio d'occhi. E ogni volta godo di quel suo piacere così immediato, trasparente, intenso. E anche a me quel cioccolato mangiato assieme mi sembra ancora più buono :-))) 
Devo dire che il dolce in questione è proprio gudurioso. Seguendo le indicazioni di Kja è venuto benissimo. Ho solo fatto due piccole variazioni: 
la prima. Ho sostituito la farina con la maizena: lo zio americano di Roberto è allergico al frumento e volevo assolutamente preparare qualcosa che potesse gustare anche lui.
La seconda. Assieme ai lamponi (che erano pochi) ho messo alcune fragoline di bosco. Squisitissime :-)

P.S. Così tanto per non farci mancare niente ho accompagnato il dolce con della panna montata... che ve lo dico a fa' :-)))


martedì 13 gennaio 2009

brioche al burro


Lo vedo, lo sfoglio, mi piace, rimando l'acquisto, ritorno, non lo trovo, rosico, mi informo, mi dimentico, un altro giro in libreria, il ricordo, l'apparizione, un fremito... ora sei mio :-))) Così è capitato con il libro Dolci fatti in casa dei coniugi Laurendon della Guido Tommasi Editore: la prima volta ci sono incappata in uno dei miei vagabondaggi da 'Gusto (ma quanto mi piace, ogni tanto, fare un giretto in quel negozio???!!), ma ero squattrinata e il rimando ha inaugurato un inseguimento fatto di ostinazione e oblio finito tra le mura di una grande libreria. Il ricettario è una girandola di dolcetti, frolle, biscotti, torte e bocconcini golosi: lo trovo divertente nella sua semplicità sfaccettata e burrosa :-) Ovviamente ho inaugurato subito la fase di sperimentazione. La semplice lettura della ricetta di questa briochina ha avuto il potere di rievocare certe colazioni buone fatte in vacanza... me ne sono innamorata all'istante .-)))

farina, 250 g + qualche cucchiaiata
burro, 125 g a temperatura ambiente tagliato a pezzettini
uova, 2
latte, 50 ml (ho usato quello di riso, che a casa circola solo quello...)
zucchero, 2 cucchiai (anche qui... ho usato quello di canna...)
lievito fresco, 1/2 cubetto
qualche mandorla tostata e affettata

Impastare insieme la farina, le uova, lo zucchero, il latte e il lievito sbriciolato. Aggiungere il burro morbidissimo e continuare a impastare finché il composto non sia liscio. Formare una palla con l'impasto (eventualmente aggiungere un pochino di farina se la pasta dovesse risultare troppo morbida), metterla in una ciotola infarinata, coprirla con un panno appena inumidito e porla nel forno spento. Lasciarla raddoppiare di volume (ci vorrà almeno 1 h) e poi lavorarla con le mani su un ripiano infarinato per qualche minuto. Rivestire uno stampo da cake con la carta forno (oppure imburrarlo) e sistemarvi l'impasto. Coprire di nuovo con il panno e lasciar riposare ancora 1 h nel forno spento. Togliere la pasta dal forno e decorare la superficie con le fettine di mandorla. Nel frattempo preriscaldare il forno a 180° e quando è caldo infornare l'impasto. Lasciar cuocere per circa 40 minuti. 

sabato 3 gennaio 2009

pollo in agrodolce... sarà mica una fissazione??!


Come a volte accade, ti metti in cucina con un'idea precisa e poi, per un qualche accidente, ti trovi a far tutt'altro! Innanzitutto mi riprometto (e qui rimanga scritto!) di non comprare più la carne al supermercato vicino casa... è orrida!!! Dietro il cellophane e il titolo altisonante di 'bovino adulto argentino' nascondeva un'assurda variazione di colore tra il dentro (marrone scuro!!!) e il fuori (rosso vivo... che poi a guardare bene sembrava dipinto!!!) e una bizzarra reazione al calore con conseguente copiosa produzione di liquido... Superato lo sbigottimento per le reazioni chimiche avvenute sotto il mio naso, l'annebbiamento da ricetta andata in mille pezzi e l'arrabbiatura per le fregature che ti tirano, ho fatto un rapido reset dei miei desideri culinari e un veloce censimento delle materie prime disponibili ed è nata la ricetta che segue. Che poi una volta seduta a tavola e assaggiato il primo boccone sono stata contenta dell'inciampo, anzi me ne sono addirittura rallegrata... Mi sono divertita anche mentre la inventavo, radunando gli ingredienti davanti a me, immaginando i sapori avvicinarsi e sovrapporsi, anticipando il ritmo della preparazione, lasciandomi ispirare dalla storia gastronomica del nostro Mediterraneo, dal fertile incontro della cultura araba con la generosa ricchezza della bella Sicilia. Sì, un piccolo viaggio... :-) 


petti di pollo, 300 g
cipolla, 1
sedano, 1 gambo
arancia, 1
limone, 1/2
cannella, 2 cm di scorza
chiodo di garafono, 1
olio evo, 3 cucchiai
miele di acacia, 1 bel cucchiaio abbondante 
mandorle spellate, una manciata
sale

Pulire la cipolla, tagliarla a metà e affettarla sottile. Metterla in padella con l'olio già caldino e farla ammorbidire a fuoco medio-basso assieme al pezzetto di cannella e al chiodo di garofano. Aggiungere il sedano spelato e tagliato a rondelle. Lasciare sul fuoco per qualche minuto. Sistemare i pezzi di pollo sulle verdure e coprirli con gli agrumi ben lavati e tagliati a spicchi. Coprire e lasciare cuocere a fuoco medio-basso per una mezzora. Salare, distribuire uniformemente il miele sulla carne e sugli agrumi e aggiungere la manciata di mandorle. Coprire di nuovo e far andare per un'altra mezzoretta. Prima di spegnere controllare che il liquido sia stato assorbito quasi tutto. Eventualmente lasciare sul fuoco per un'altra decina di minuti. Lasciar riposare qualche minuto prima di mangiare.