Oggi, forte del mio desiderio e della mia ignoranza, mi sono imbarcata in una ricetta a cui pensavo da tempo. Anni fa un amico mi parlò di una focaccia deliziosa mangiata in Liguria. Si sorprese che non la conoscessi e mi incantò con il racconto della sua bontà. Da allora sono tornata spesso a immaginarmi quella focaccia mai mangiata e a definirne, tra me e me, le sue caratteristiche. Alcune parole che ti appaiono in un dato momento come normali, scopri più tardi e in modo del tutto inaspettato che ti hanno toccato, che si sono inserite, ordinate, nelle file della tua memoria, e che aspettano di essere ricordate e di pesare nella tua vita.
Oggi, dunque, mentre cincischiavo davanti al banco frigo del negozietto bio di Trastevere, il destino mi è venuto incontro sotto forma di un'esclamazione. Roberto mi fa: "Lo prendiamo lo stracchino di capra?!!!". In quel preciso momento la focaccia di Recco è diventata la mia unica ragion d'essere cuoca. Era pronta per farla. Oggi era il momento giusto, dopo anni.
Dose per una teglia 30 cm x 20 cm
100 g di farina
20 ml di olio evo
20-30 ml di acqua
sale
100 g di crescenza/stracchino
Fare la fontana con la farina. Al centro versare l'olio, l'acqua e il pizzico di sale. Impastare per qualche minuto fino a ottenere una pasta liscia e morbida. Dividere l'impasto in due parti uguali. Stendere la prima metà e tirare la pasta sottilissima. Sistemare la sfoglia in una teglia ricoperta di carta forno (oppure unta d'olio) e distribuire sopra la crescenza in piccoli pezzi. Ricoprire con la seconda metà dell'impasto, steso sempre molto sottile, e saldare bene i bordi. Pizzicare la superficie della focaccia per ottenere diversi fori della larghezza di 1 cm, quindi irrorare di olio e cospargere di sale a grani grossi. Infornare a forno caldissimo (250°C) per 10 minuti. Una volta sfornata condire con un altro giretto d'olio.